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Pietro De Marchi
Replica
Collana «Versanti»
anno 2006 - pp.104 - ISBN 9788877134707 - Eu 15.00 - CHF 25.00
ECA 1306
"De Marchi riesce a raggiungere uno dei traguardi più difficili per un poeta: la semplicità". Fabio Giaretta, «Il Giornale di Vicenza»
Ciò che è pesante e greve, ciò che è negato e travolto, costituisce lo sfondo non detto della scrittura di De Marchi, su tale sfondo cupo brillano come cirri che riflettono un sole invisibile le felicità linguistiche e sonore che l'autore imbastisce, tra narrazioni appena abbozzate e velocissimi epigrammi, in cui si ritrovano forse la lezione profonda, e l'originale punto d'incontro, di due maestri del secondo Novecento: Giorgio Orelli e Giampiero Neri.
In questo nuovo volume di versi (e di rapide prose), Pietro De Marchi ci offre con precisione geometrica e leggerezza di tratto lo smarrimento di una vertigine combinato con lo stupore ammirato di fronte ai colori della vita e del mondo. I volti, i paesaggi, le vicende che ci parlano di vite vere, di drammi e di gioie, tutti i particolari che compongono il vasto affresco della sua Replica svettano chiari e netti, pulsano di energia espressiva, di allegria persino; ma il quadro d'assieme che dovrebbe contenerli e ordinarli in un divenire sfuma e tende a scomparire, come se non fosse più possibile definirlo con precisione, come se le radici storiche e memoriali del mondo avessero subito una sorta di amputazione.
L'Angelo della Storia è distratto o assente, o è stato abbattuto da un cecchino; gli sopravvivono le storie individuali, i loro frammenti, che salgono dal tempo e dallo spazio e splendono lievi per un attimo prima di ricadere nel gorgo. Una bellezza, un'idea di bellezza disperatamente serena e condivisa aleggia in queste pagine, come il grande dipinto naturale del Resegone; ne sono messaggeri soprattutto i dispersi, gli errabondi, i nuovi nati e i vivi terminali; la sorreggono improvvisi ricordi, incontri casuali, sguardi imprevisti, scorci, giochi di parole. La replica di De Marchi sarà allora una riaffermazione dell'essere, del suo possibile splendore; ma, insieme, l'indizio di una minaccia, di un'inane fine della Storia che replica all'infinito le generazioni, azzerandole.